Il signor Arturo, che è già stato da queste parti, si imbarcherà di nuovo sulla rete per presentare il suo viaggio a puntate che parti' quando la rete era poco più estesa delle calze di Marilyn Monroe. La sua storia è nata molti anni orsono in modo drammatico perché il pover’uomo si trovò coinvolto in una caduta assai pericolosa. Non voglio anticipare i particolari della vicenda per non privare i lettori della giusta suspense, ma nel corso di quella caduta il signor Arturo perse una scarpa e questo fatto non lo lasciò indifferente. Tutte queste cose sono descritte nel libro che si intitola “Come fu che il signor Arturo perse una scarpa”, ma poichè qui si vuole risparmiare ai lettori la seccatura di andare in libreria, basterà loro seguire la pubblicazione dei capitoli su questo portale per sapere come va a finire. Dicevo del titolo, in realtà da esso ci si aspetterebbe che il signor Arturo ci impieghi tutti i ventidue capitoli a perdere la scarpa invece, colpo di scena, la scarpa si perde al primo capitolo mentre per ritrovarla si deve leggere il libro fino alle ultime pagine. Sarebbe stato meglio intitolarlo “Come fu che il signor Arturo ritrovò la scarpa”, direte voi, ma in quel caso avrei dovuto segnalare come l’aveva persa e dove e perchè, così il titolo sarebbe stato più lungo del libro stesso. Poi il signor Arturo la scarpa la ritrova per caso, mica perché l’ha cercata, quindi mettere l’accento sul fatto del ritrovamento non mi pareva giusto. In effetti l’intestazione avrebbe potuto anche non contenere alcuna indicazione riguardo alla scarpa, ma un esperto che consultai, ero un giovane scrittore bisognoso di consigli, mi disse che l’avverbio “come” avrebbe fatto aumentare le vendite. Da un sondaggio risultava infatti che tutti i libri di successo avevano “come” nel titolo. Ecco perchè non mi curai troppo del contenuto della frase, a me bastava che ci fosse un “come”. Il percorso che porta il signor Arturo dalla perdita della scarpa al suo ritrovamento verrà messo a disposizione degli utenti di questo portale con cadenza quindicinale, un capitolo alla volta. Sappiate quindi che vi aspettano quarantaquattro settimane di imprevedibili avventure. Buona lettura.

Giovanni Zanzani

P.S. Mi accorgo ora di avervi rivelato (pur senza volere) il finale della storia, perdonatemi, invecchiando si diventa logorroici. Ora che la frittata è fatta, è inutile che cerchi di rimediare, ma voglio consolarvi confidandovi che né il signor Arturo né io ci abbiamo mai pensato a quella maledetta scarpa, così anche voi dopo i primi due o tre capitoli non ve la ricorderete più.