GRAN FINALE DELL'ALMANACCO
Mancava una bestia spettacolare per chiudere l'Almanacco.
Scimmia
Avrei potuto assegnare il ruolo a Sgarbi, i critici d'arte fanno sempre la loro figura nelle occasioni ufficiali, ma Vittorio non è più l'abile macaco che il maiale ammaestrò per l'inaugurazione del suo governo, gli anni lo hanno trasformato in uno scimmione incanutito e bolso, occupato solo a cercare noccioline per riempirsi la pancia.
Cornacchia
Un altro profilo importante era quello di Maurizio Gasparri, ma vi sarebbe parso bello trovare nell'ultima tavola dell'Almanacco una cornacchia, per di più una cornacchia spennacchiata? No, cari amici, nemmeno Gasparri poteva chiudere quest'opera.
Salamandra
Ho scartato la salmandra Ghedini perché la sola cosa notevole di Nicolò è il colore verde del muso, oltre che quello delle carte da cento scroccate al suo gran capo. Cos'altro ricordare di lui se non l'impressione che porti sfiga?
Oche, papere e galline
Rimaneva il pollame, oche e papere in carriera, qualcuna addirittura ministra, ma come piangevano il giorno del funerale! La baldoria è finita, si dicevano l'un l'altra, chi ci darà il becchime ora che il maiale non c'è più? Un piagnisteo di vedove non mi pareva l'inquadratura giusta su cui tirare il sipario.
Quanto alla Santanché, non ho niente contro le vecchie galline, ma chi servirebbe carne da brodo alla fine di un pranzo di gala?
Trota
Ero proprio contrariato, in debito di idee, come si dice, quando all'improvviso dal pantano che costeggia il porcile è saltata fuori una giovane trota. Era ottusa e ladra, e le guardie le stavano alle calcagna in mezzo a un trambusto indescrivibile.
Disconosciuto dal suo stesso padre, un manigoldo che preferisce accusare i figli pur di non ammettere le proprie furfanterie, lo sfortunato pesce si dibatteva nel fango boccheggiando senza speranza. La scena era così drammatica che ho deciso di usare quel disgraziato come protagonista del gran finale.
Non so se è un bel modo per porre termine all'Almanacco, ma la Campuria è fatta così, ci si trovano molti più mascalzoni che onesti.
Giovanni Zanzani
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