Cane da pagliaio
Un tempo in campagna, quando nasceva una cucciolata di cani, il più versato nella punta diventava specialista nella ferma, quello più robusto faceva il riporto, il cane combattivo e magro veniva usato come animale da tana.
Per ognuno di essi il proprietario stabiliva il destino in base alle caratteristiche e alle capacità. A volte però c'era anche il cane scemo, quello incapace di seguire tracce olfattive, di vedersela a tu per tu coi selvatici, o di riportare al cacciatore la preda uccisa. Ecco come si sceglieva un cane da pagliaio, se il cucciolo non era buono da niente lo si legava alla catena e gli si gettava un osso di quando in quando.
Ecco in due parole la carriera politica di Angelino Alfano, la cui prerogativa è di non avere qualità. Per abbaiare abbaia, anche se nessuno gli dà ascolto, ma che importanza hanno i versi di un cane da pagliaio?
Giovanni Zanzani
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