La coorte bianca
L'allegro sciamare delle fate verso i congressi, le loro lunghe processioni, un tempo erano guidate dalla cosiddetta "mamma delle fate". Era ancora lei ad assegnare i compiti specifici ad ogni gruppo, o singola fata e ad infliggere le punizioni per le loro mancanze. Poi venne il cristianesimo ed il piccolo S.Giovannino assunse il comando, continuando, pare, ad assolvere alle stesse funzioni della precedente guida. Naturalmente era bello, biondo e con gli occhi azzurri, vestito di pelle di tigre, o di leone e, come scettro, portava un bastone da pastore. Il nuovo capo, pare debba l'assegnazione del comando, secondo tradizione, al fatto di aver salvato la stessa esistenza della sua nuova coorte. Alla nascita di Gesù, S.Giovanni, aveva, infatti, ricevuto l'incarico di ripulire il mondo dagli antichi dei, con un garnadèl (sorta di scopino di paglia), ma non se la sentì di eseguire tale ordine, nei confronti delle dolci fate e dei piccoli folletti, che si rifugiarono in forme ancora più minuscole. Le fate della Romandìola, come visto, si rifugiarono nella pineta di Classe, mentre i folletti, che si erano affezionati alle case, non vollero abbandonare il focolare e si nascosero nella cappa dei camini, o nelle betulle delle aie.
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