Alle origini del regolo: il basilisco
Anticamente, i basilischi, erano suddivisi in tre categorie principali: quelli in grado di incenerire con l'alito, qualsiasi cosa o persona incontrassero; quelli in grado di uccidere con lo sguardo e quelli che potevano dilaniare chiunque, con un solo tocco. Ce ne era poi una quarta specie, di origine più recente, che accomunava gli attributi delle prime due ed, in più, possedeva la capacità di emettere un terribile sibilo, capace persino di lasciare il malcapitato, morto stecchito: questo era l'antico règul, nato dall'ova centonina.
La tradizione popolare della Romandìola, infatti, avvertiva di non lasciare invecchiare troppo il gallo nell'aia, altrimenti questo avrebbe deposto un uovo che, se rubato e covato per tre lune da una biscia, una volta schiuso, avrebbe dato origine al regolo.
Il suo aspetto era terribile: il petto era pieno di protuberanze, la schiena ricoperta di squame scure che lo coprivano fino ai fianchi rosati; aveva una lunga coda, arrotolata in punta, anch'essa ricoperta di squame sul dosso; camminava su quattro corte zampe, con dita unite da membrane ed artigli affilatissimi; la testa, infine, richiamava quella di un gallo con il becco adunco ed una cresta rossa a forma di corona, che ne decretava il titolo di "re dei serpenti".
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