E' lòv (il lupo)
Essere fantastico e polivalente della novellistica popolare internazionale, il lupo, è una figura ricorrente anche nelle vecchie föle della Romandìola. Oltre che spauracchio per eccellenza, è segnalato come una delle forme di incarnazione preferita del Diavolo.
Nottetempo, anche nelle nostre contrade, gironzolava come lupo mannaro, le cui caratteristiche non differenziavano da quelle conosciute altrove; anche qui viveva nella speranza di versare una goccia del proprio sangue che, appena toccato terra, l'avrebbe salvato dalla sua maledizione e reso definitivamente umano.
Nel XV secolo, nel contado di Cesena, le cronache dell'epoca, testimoniano che comparve un uomo, le cui caratteristiche vennero associate a quelle del lupo mannaro, il quale divorò alcuni neonati. Prese a morsi e divorò il petto ed il volto di una giovane garzona, che ne morì. Prediligeva le vecchie, che possedeva brutalmente; fu catturato a Cervia ed ucciso.
Certamente tale proliferare di leggende, molto derivava dal fatto che, un tempo, il lupo, era un animale assai diffuso un po' ovunque. È altresì risaputo, quanto fosse immeritata la fama di bestia brutale e sanguinaria, che gli veniva attribuita e che gli è costata tanto cara.
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