I fantêsma (i fantasmi)
Non mancavano, però, anche i fantasmi di tipo più tradizionale, come il fantasma di Calisese. In questa località, la tradizione vuole si sia svolta una battaglia fra le legioni di Giulio Cesare e quelle romane, la leggenda narra che, un capitano di Cesare, benché ferito mortalmente in combattimento, si difese per tre giorni e tre notti, a colpi di spada, dai lupi, ai quali erano stati abbandonati i feriti, dopo la battaglia. Secondo la leggenda, fu poi seppellito nel podere vicino, in una tomba di pietra.
Molti secoli più tardi, un contadino di nome Melotte, arando con i buoi, scoprì la pietra, convinto di avere scoperto un tesoro, infranse la lastra tombale, ma, all'interno, trovò solo ossa e qualche straccio. Pare che la spada con la quale era stato sepolto il guerriero, fosse stata trovata, molto tempo prima, dai frati che l'avevano inglobata nella costruzione del campanile della chiesa. Deluso, Melotte, decise di utilizzare le pietre della tomba per lastricare il portico di casa, ma una volta fattolo, la casa si riempì di fantasmi che terrorizzavano l'intera famiglia. Tutto cessò quando il contadino riportò le pietre al loro posto.
A Verucchio, in alcune notti d'inverno, appare un enorme carro fantasma stracarico di ferraglie ed arnesi di tortura: è il biroccio dei Malatesta. Trainato da due buoi e condotto da Malatestino, il bovaro dannato cieco da un occhio, attraversa il paese tra sbuffi, strepiti e scintille e va a precipitarsi, biroccio, birocciaio e buoi, giù per la china.
Un'altra leggenda, racconta della vecchia zì Catera, che era la nutrice di Clarì, la piccola figlia di un castellano. Queste furono le uniche due superstiti della distruzione del loro castello e del conseguente massacro e furono ospitate nel castello di Teodorano, nei pressi di Meldola, dai signori del luogo. Quando fu cresciuta, Clarì, volle sapere dei suoi genitori e la vecchia nutrice, dovette rivelarle tutto. Nottetempo, la giovane, uscì da Teodorano, si diresse verso i ruderi del suo antico castello e scomparve per sempre. Invano, zì Catera, continuò a cercarla, si dice che ancora oggi, nei pressi dei vecchi ruderi, si sentano i richiami disperati della vecchia nutrice.
Il fantasma di un paggio, che si vuole sia stato sepolto vivo per qualche sua mancanza, gettò lo scompiglio in un seggio di Mondaino, durante le elezioni del 1987.
Anche in Romandìola, come in ogni parte del mondo, ogni paese, ogni vecchia casa, ha il suo o i suoi fantasmi; dalla suora, i cui occhi paiono marci e fosforescenti (che infestava il territorio di Zattaglia, presso Brisighella), al "pretino" (di Solarolo), che continua a suonare il campanello della Messa, anche dopo la sua morte, è un susseguirsi di fantêsma e spirit. Ovviamente non è possibile redigerne un elenco completo.
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