I spirìt

(gli spiriti)


Con il termine generico di spirìt, sono conosciute diverse entità dalle caratteristiche, mansioni e manifestazioni diverse, secondo le quali, sono poi suddivisi in varie categorie (anche se in Romandìola, la parola spirìt, nel suo significato primario, indica soprattutto i fantasmi).
Con l'avvento del cristianesimo (pro domo suo), gli spiriti furono considerati anime del purgatorio, in continua richiesta di Messe e preghiere. Così, alcuni di loro, ingentilirono i modi e si fecero prodighi di buoni consigli che elargivano, in sogno, soprattutto ai congiunti che soddisfacevano quella loro primaria esigenza.
Ma, nonostante le nuove interpretazioni religiose, il timore nei confronti degli spiriti, soprattutto quelli dei morti di morte violenta, non era venuto meno e si usava esorcizzarlo erigendo una croce sul luogo del decesso, ai piedi della quale, i viandanti di passaggio, usavano gettare un sasso.
Col tempo, nacquero anche curiose interpretazioni popolaresche dei nuovi riti religiosi: portando un bambino al battesimo, ad esempio, pare si badasse bene a non camminare all'indietro e che, il sacerdote, dovesse stare ben attento a non commettere errori, durante tutto il rito, altrimenti il bambino, da grande, sarebbe diventato balbuziente ed avrebbe visto spiriti, demoni streghe e folletti.
In questo contesto di religiosità popolare, si può ricordare che, un tempo, esisteva anche l'usanza, in particolari condizioni di bisogno, di fare richiesta della "grazia dei morti". Per ottenerla, era necessario seguire un rituale che consisteva in un pellegrinaggio di un gruppo di parenti o amiche di chi chiedeva la grazia, i quali, recitando dieci rosari di "requiem", giungevano fino al cancello del cimitero, per tre sere consecutive, all'"Avemaria". Durante il rito, non ci si doveva voltare, né scambiarsi parola, se qualche estraneo si fosse loro rivolto, lo si sarebbe dovuto ignorare. Il pellegrinaggio, dopo una breve sosta in meditazione presso il cancello del cimitero, al ritorno, avrebbe dovuto ripercorrere lo stesso tragitto e ripetere il rito, fino al punto di partenza. Al terzo giorno, prostrato di fronte al cancello del cimitero, con gli occhi coperti dalle mani, il corteo, avrebbe potuto chiedere la "grazia dei morti".

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